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Per i primi tre secoli, dalla metà del Quattrocento alla metà dell'Ottocento, la storia di Palazzo Franchetti è segnata dalla convivenza al suo interno di diversi rami di illustri famiglie veneziane: i Marcello, i Gussoni e i Cavalli. Nel dipinto di Canaletto qui a fianco, a sinistra, palazzo Cavalli agli inizi del Settecento. Negli anni '40 dell'Ottocento l'arciduca Federico d'Austria riunifica la proprietà e dà l'avvio ad un complesso e articolato progetto di lavori di ammodernamento che dovevano condurre il palazzo a quella caratteristica di modernità che ne costituisce una peculiarità; già nel 1847 il palazzo viene acquistato dal conte di Chambord, per la Francia legittimista Enrico V, che affiderà i lavori di restauro a Giambattista Meduna. Nel 1878 il barone Raimondo Franchetti compra il palazzo, che resterà alla famiglia fino al settembre 1922 quando sarà ceduto all'Istituto Federale di Credito per il Risorgimento delle Venezie dalla vedova del barone, Sarah Luisa de Rothschild. A questo periodo viene associato il nome dell'architetto Camillo Boito che vi compì importanti trasformazioni progettando lo scalone monumentale.

Giandomenico Romanelli, Dai Cavalli ai Franchetti. Un edificio squisitamente elegante.


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